Behind the Mesh

14 Dicembre 2024: L'anniversario della storia dei 47 Ronin e il progetto Tea Room

Giappone: tra Memoria, Armonia e Tradizione.
Tea Room - Shiro Nakada | Progetto i-Mesh

In Giappone le tradizioni non si limitano a essere conservate, ma vengono celebrate, reinterpretate e tramandate di generazione in generazione. I Oggi, 14 dicembre, è la data in cui nel paese del sol levante cade la festività dei 47 Ronin, in ricordo dell’onore immortale e leggendario dei Samurai, un potente rimando a un codice etico radicato nella storia e nell’antropologia legato ai valori di lealtà, sacrificio, rigore estremo.  

L'Onore Immortale dei Samurai

La Leggenda dei 47 Ronin riporta al 1701, quando il giovane daimyo Asano Naganori, coinvolto in un conflitto con Kira Yoshinaka, un funzionario di corte noto per la sua arroganza, viene condannato al seppuku, la pratica con cui il samurai si toglie la vita in segno di vergogna per preservare il suo onore. Un gesto che lascia i suoi fedeli samurai privi di guida e li trasforma in ronin – la parola che definisce i samurai senza padrone.

Guidati da Oishi Kuranosuke, i Ronin decidono di vendicare la morte del loro Maestro, e dopo due anni di preparazione segreta entrano nella casa di Kira Yoshinaka e lo uccidono. Un gesto che interroga la coscienza e la morale, sospeso tra la fedeltà assoluta al Maestro, e la legge giapponese che non giustifica l’assassinio. Così anche i 47 Ronin si consegneranno alle autorità e accetteranno la condanna al seppuku, come imponeva il codice d'onore dei samurai, il bushido, la via del guerriero. Così la morte rinnova il sacrificio necessario per onorare il Maestro e la fedeltà. La storia dei Ronin è un punto fermo nella cultura giapponese che permette di cogliere la ricchezza delle tradizioni fatta di regole, valori e rituali affascinanti.

Come la cerimonia del tè (chanoyu), una pratica di pace e contemplazione che si basa su principi di disciplina rigorosi dove ogni gesto, parola e azione, presuppongono la massima serietà e consapevolezza. In questo rituale antichissimo - dove la bellezza effimera di un singolo momento, vissuto attraverso i principi di armonia (wa), rispetto (kei), purezza (sei) e tranquillità (jaku), invita a una riflessione profonda sull'etica e il valore di ogni singolo momento - è un esempio concreto dello stile di vita e dello spessore morale della tradizione giapponese.

Questa tradizione incorpora una filosofia e un rituale che insegnano la consapevolezza e apprezzamento per l’impermanenza, condizione di precarietà dell’umo. L’idea che ogni incontro sia unico (ichi-go ichi-e) permea questa pratica, dove i partecipanti sono chiamati a riflettere sull’idea che ogni momento è irripetibile.

La Cerimonia del Tè giapponese, una tradizione senza tempo, crediti sconosciuti, 2024

La Tea Room: una filosofia oltre il rituale

La Tea Room di Shiro Nakada - progettata in partnership con i-Mesh - è una reinterpretazione moderna dell’antica cerimonia del tè che incarna i principi senza tempo del rito e della tradizione nel momento in cui si apre all’innovazione.

La visione di Nakada per la Tea Room integra materiali ed elementi di design che si allineano perfettamente a questa filosofia.

L’istallazione temporanea esposta a Tokyo nel 2023 presenta due strutture di forma cubica leggere e permeabili. Il primo cubo, realizzato con pannelli in fibra di vetro e un pattern Morellet scalato al 150%, rappresenta la precisione e l’ordine; il secondo, in fibra di carbonio e pattern Random, introduce un senso di spontaneità e di flusso organico. La contrapposizione cromatica e semantica degli elementi e delle strutture testimonia l'unione tra tradizione e modernità, e da vita a uno spazio che è al contempo minimalista e ricco di significato. Un invito alla reinterpretazione globale del chanoyu.

Il designer Shiro Nakada ha riconosciuto ad i-Mesh – una materia che si adatta alle situazioni e ai contesti con cui entra in contatto - la peculiarità di essere simile alla natura stessa, grazie alla sua capacità di interagire con la luce, il vento e i suoni, ondeggia come una foglia e rimanda al bambù, un’essenza amata in Giappone. La trasparenza e la porosità consentono agli elementi naturali di fluire senza interruzioni negli spazi dinamici della Tea Room, alla ricerca dell’essenza e dell’estetica giapponese che sono sempre la via privilegiata per una conoscenza profonda. La Tea Room di Shiro Nakada mostra come un materiale può divenire un pensiero, un ponte tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione.

Illustrazione tradizionale giapponese della commemorazione dei 47 Ronin, crediti sconosciuti, 2024
L'Attacco notturno dei 47 Ronin, 1847-1852, di Toyokuni III/Kunisada (1786-1864), close up
Cristiana Colli
AUTORE
Laurea in Scienze Politiche, giornalista, ricercatore sociale, cura l’ideazione e l’organizzazione di progetti culturali, eventi, mostre, festival, programmi di valorizzazione. Per istituzioni pubbliche e private, musei, imprese, fondazioni realizza e promuove strategie di comunicazione sociale e culturale legate al paesaggio, all’architettura, all’arte contemporanea e al design, alla fotografia, al made in Italy. È direttore della rivista Mappe, e dal 2011 è ideatore e curatore di Demanio Marittimo.Km-278.
Tea Room - Shiro Nakada | Progetto i-Mesh

"In Giappone, ogni incontro deve essere considerato prezioso poiché non potrà mai essere completamente ricreato. Il maestro "Sen no Rikyu" ha identificato i principi che devono essere incorporati nell'armonia della cerimonia del tè: rispetto, purezza e tranquillità. (...) Questo materiale è simile alla natura stessa: attraverso la luce, il vento, i suoni naturali, ondeggia come una foglia, è come il bambù che è stato amato per tanto tempo in Giappone."

Shiro Nakada

Cristiana Colli
AUTHOR
Laurea in Scienze Politiche, giornalista, ricercatore sociale, cura l’ideazione e l’organizzazione di progetti culturali, eventi, mostre, festival, programmi di valorizzazione. Per istituzioni pubbliche e private, musei, imprese, fondazioni realizza e promuove strategie di comunicazione sociale e culturale legate al paesaggio, all’architettura, all’arte contemporanea e al design, alla fotografia, al made in Italy. È direttore della rivista Mappe, e dal 2011 è ideatore e curatore di Demanio Marittimo.Km-278.