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26 Settembre 2024: Giornata Internazionale delle Lingue

Prospettiva Centrale | close up, Alberonero, 100 x 100 x 12 cm, Legno, Acrilico e Fibre di Carbonio, Arazzi Contemporanei, 2018

Celebriamo la Giornata Internazionale delle Lingue.

Il 26 settembre di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale delle Lingue, un appuntamento istituito nel 2001 dal Consiglio d'Europa per valorizzare la diversità linguistica, incentivare il multilinguismo e sensibilizzare le opinioni pubbliche sul valore della diversità e della coesistenza. Le lingue sono una risorsa fondativa inestimabile, un patrimonio individuale e collettivo che preserva la ricchezza culturale, favorisce il dialogo e incoraggia la comprensione reciproca tra persone popoli e nazioni. Le lingue come sistemi cognitivi codificati e allo stesso tempo strutture di appartenenza identitaria, sono il principale strumento di comunicazione e dialogo, sono allo stesso tempo ponti, confini, e talvolta muri. La Giornata nasce da questa sensibilità e consapevolezza, per celebrare tutte le lingue utilizzate in Europa, comprese quelle meno diffuse e quelle dei migranti. Un progetto e allo stesso tempo un omaggio a partire da una materia viva che si nutre dello scambio e della circolazione dei progetti e delle idee.

Le lingue sono una risorsa culturale insostituibile, un patrimonio collettivo da difendere e preservare, ma soprattutto sono la risorsa per dialoghi multiculturali che cercano la conoscenza e la comprensione tra i popoli e nazioni, tra le generazioni, tra conoscenze e discipline.

La loro centralità è stata resa ancora più manifesta con la globalizzazione dei mercati delle competenze e delle esperienze: in un mondo divenuto improvvisamente competitivo, selettivo e interconnesso, hanno ridefinito l’accesso, l’esclusione e l’inclusione. La capacità di comunicare è divenuta essenziale per il capitale sociale, lo sviluppo umano e professionale, un asset pregiato di mediazione culturale che stimola la coesione e promuove visioni inclusive, rispetto reciproco e policies di cittadinanza evolute ed emancipate. L’istituzione di una giornata dedicata, dunque, non solo incoraggia l’apprendimento ma invita a riflettere sul loro valore, sulla tutela di quelle parlate, di quelle poco diffuse e divenute minoritarie, di quelle influenzate dalle metamorfosi della modernità.

Così i sistemi valoriali sono chiamati a governare molti livelli di complessità – quello della parola, quello della sintassi e dell’architettura semantica alla base della scrittura, quello del segno grafico che connota gli alfabeti come sistema di rappresentazione anche visiva. Lettere, simboli, caratteri, punteggiature sono il tramite per la trasmissione del pensiero e delle idee, non mezzi tecnici, codici esclusivamente formali ma veicoli culturali che rendono palese il pensiero umano, e lo offrono al mondo.

Nel corso della storia, le civiltà hanno sviluppato sistemi di scrittura unici, ciascuno dei quali non solo registra il sapere di un’epoca, ma costituisce un patrimonio che aumenta lo stock di conoscenza della storia umana. Il segno grafico e la calligrafia sono linguaggi visivi capaci di trascendere le stesse barriere linguistiche che li hanno generati, per offrirsi a una comunicazione capace di attraversare tempo e spazio. L’arte di ogni tempo si è esercitata e interrogata sul mistero e la potenza evocativa di questi segni arcaici e radicali – dai primi segni delle caverne alle scritture informatiche - che contengono una segreta armonia e si predispongono a letture molteplici, trasversali e multidisciplinari.

Come le lingue si evolvono per adattarsi ai contesti e interpretare così il proprio tempo, anche i segni grafici si trasformano, trovano nuove applicazioni, si contaminano con le discipline e la ricerca - dal design all’architettura e fino alle più svariate espressioni artistiche contemporanee.

Parole, segni, alfabeti - tra forme didascaliche e trasfigurazioni progressive – sono divenuti anche pattern, nuove strutture visive, cognitive, simboliche. A partire da una materia viva che si confronta con la realtà delle comunità in perenne mutamento.

Il pattern è un testo che racconta una storia: le linee, le figure geometriche e le strutture che lo compongono sono lettere di un alfabeto di unità elementari con regole che si ripetono, proporzioni e reiterazioni capaci di comunicare idee, emozioni e significati in modalità non verbale. La loro straordinaria capacità di adattamento a contesti diversi, di essere comprensibili, declinabili e iconici, li rende dispositivi del pensiero e della citazione. La loro evoluzione riflette la continua trasformazione della comunicazione visiva e la sua capacità di adattarsi ai contesti pur mantenendo intatta la connessione con la tradizione.

Prospettiva Centrale, Alberonero, 100 x 100 x 12 cm, Legno, Acrilico e Fibre di Carbonio, Arazzi Contemporanei, 2018

PROSPETTIVA CENTRALE - ALBERONERO

Avvolge e sfida, inquieta, avvicina e allontana. Rassicura l’impianto lucido, interroga lo scarto che a ogni sguardo sposta il centro della visione. Prospettiva centrale contiene tutte le matrici della formazione e della pratica artistica di Alberonero, la sua sensibilità che, infaticabile, migra dalla scultura al disegno alla pittura alla performance, e l’attitudine a creare sistemi visivi perfetti e ordinati. Per governare il caso? per omaggiare l’armonia? per cercare similitudini? L’arazzo di Alberonero - un artista che lavora sulle trasformazioni del paesaggio e i processi di transizione in relazione al sentire percettivo - è un’illusione ottica, un’opera intorno a un punto di fuga, una costruzione razionale che usa il filo come particella elementare della geometria. La prospettiva dei diversi piani e il rapimento dello sguardo nel centro dell’opera, sono un virtuosismo formale e linguistico che naturalmente cita la lingua e il linguaggio come sfide semantiche, edificazione di significati più o meno reconditi, dialogo tra realtà e percezione. L’opera, che si offre a molteplici punti di vista e di osservazione è un sistema aperto, un accesso, un varco e una possibilità che cerca il contatto con la superficie mentre se ne allontana, è un elogio delle differenze cromatiche e spaziali, un sovvertimento tra le distanze, tra vicino e lontano. Le diagonali fatte col filo, tesate potenziali di quelle installazioni urbane che caratterizzano la ricerca a diversa scala e il successo di Alberonero, sono l’unità di misura e la cifra stilistica della costruzione, loro preparano la profondità dello sguardo e forse la sua essenza finale. C’è virtuosismo in questa opera che mette in sincronia i segni e la punteggiatura, con la sintassi geometrica delle proporzioni e del disegno. Un’opera ad alto livello di complessità per la coabitazione dei linguaggi, e per il relativismo della comprensione che slitta e si trasforma a seconda dei punti di vista, della luce, del rapporto con la superficie che agisce come piattaforma del dialogo.

C’è forse una metafora migliore per ricordare la necessità della Giornata delle Lingue come sfida per le comunità, e come slancio verso una maggiore e migliore conoscenza delle cose e delle persone, dei mondi e delle culture?

Cristiana Colli
AUTORE
Laurea in Scienze Politiche, giornalista, ricercatore sociale, cura l’ideazione e l’organizzazione di progetti culturali, eventi, mostre, festival, programmi di valorizzazione. Per istituzioni pubbliche e private, musei, imprese, fondazioni realizza e promuove strategie di comunicazione sociale e culturale legate al paesaggio, all’architettura, all’arte contemporanea e al design, alla fotografia, al made in Italy. È direttore della rivista Mappe, e dal 2011 è ideatore e curatore di Demanio Marittimo.Km-278.
Cristiana Colli
AUTHOR
Laurea in Scienze Politiche, giornalista, ricercatore sociale, cura l’ideazione e l’organizzazione di progetti culturali, eventi, mostre, festival, programmi di valorizzazione. Per istituzioni pubbliche e private, musei, imprese, fondazioni realizza e promuove strategie di comunicazione sociale e culturale legate al paesaggio, all’architettura, all’arte contemporanea e al design, alla fotografia, al made in Italy. È direttore della rivista Mappe, e dal 2011 è ideatore e curatore di Demanio Marittimo.Km-278.