Creata dalla European Solar Shading Organisation – un'organizzazione senza scopo di lucro che sostiene gli ambiziosi obiettivi di efficienza energetica dell'UE – il Global Shading Day, la Giornata Mondiale dell’Ombreggiatura, si rivolge a persone e comunità per ricordare l'importanza delle schermature solari nel contesto dei cambiamenti climatici.
I benefici dell'ombreggiatura in un clima che cambia e in un pianeta che si surriscalda, consentono di ridurre l'uso di energia e le emissioni, e di migliorare comfort e benessere per le persone. La velocità e la portata epocale del cambiamento climatico obbligano a gestire processi complessi che vedono coinvolti decisori pubblici, governi e policy makers di tutto il mondo, chiamati ad adottare misure proattive e a immaginare soluzioni di ombreggiamento nelle future normative legate al mondo delle costruzioni. Questo significa intervenire sul rapporto tra domanda e offerta, sulle filiere di ricerca, produzione e servizio, e sulla progettazione dello spazio indoor/outdoor.
È un riorientamento che interviene sulle modalità di fruizione degli ambienti di vita e di lavoro, pubblici e privati. Del resto, la cultura progettuale delle schermature solari ha consentito, storicamente, di gestire e controllare la relazione luce/ombra come esito di una ricerca formale e architettonica e come presupposto per la qualità negli spazi. Le soluzioni messe in campo con tende, facciate e pergole, e il virtuosismo nella loro gestione operativa, hanno mostrato di intervenire sul consumo energetico, di migliorare il comfort termico e quindi di ridurre le emissioni di CO2.
Il mondo delle schermature solari, da tempo ormai, guarda alle potenzialità dell’innovazione tessile, alle sue peculiarità intrinseche, e alla necessità di una progettazione consapevole per costruire città più sostenibili. Dove alle motivazioni strettamente tecniche si affiancano potenzialità progettuali tutte da esplorare, e modalità nuove di gestione climatica degli edifici.
"Il futuro dell’architettura passa attraverso soluzioni leggere, flessibili e adattabili. L’ombra è una risorsa, e noi siamo impegnati a ridisegnare il modo in cui interpretarla" – spiega Alberto Fiorenzi, founder di i-Mesh.
Progettare l’ombra
La Conference Hall, realizzata per un’importante società attiva nel settore delle infrastrutture, è un progetto indoor costituito da un sistema di doppie tende realizzate con i-Mesh, con avanzati sistemi di controllo della ventilazione che assolvono contestualmente alla funzione decorativa e a quella bioclimatica, in virtù di specifiche caratteristiche di bilanciamento energetico e comfort termico. Così le schermature migliorano il comfort ambientale negli spazi lavorativi e riducono il consumo energetico. È una soluzione coerente con l’edificio progettato per raggiungere i massimi livelli di sostenibilità ambientale certificati LEED, dove ogni elemento della costruzione è stato pensato per ottimizzare logistica, eco-sostenibilità e manutenzione a breve, medio e lungo termine.
Il Progetto Modulo Vita Pergola, situato nel borgo di Piglio, è concepito per essere un punto di riferimento funzionale nel centro storico. La membrana modulare – realizzata con i-Mesh – si integra nel contesto storico del borgo come dispositivo accogliente dal design sofisticato e contemporaneo. Un luogo per turisti e cittadini, un progetto sviluppato in modo olistico che considera l'aspetto estetico, la funzionalità e il benessere della comunità. Oltre l’idea di piazza come luogo statico e piatto, per una visione dello spazio pubblico fatto di dialoghi e connessioni tra arte, tradizione, natura e comunità.
Diversamente paradigmatico, questo progetto outdoor è un highlight sul design urbano, e sull’integrazione tra natura e architettura in un contesto di fruibilità flessibile, temporanea e sostenibile. A questa sintesi virtuosa tra forma, funzione e significato, sono stati attribuiti numerosi e prestigiosi riconoscimenti – dalla Triennale di Milano alla Biennale dello Spazio Pubblico di Roma, fino all’ADI Design Index.
Progettare l’ombra è dunque la frontiera, progettarla nella sua relazione dinamica con la luce – naturale e artificiale – in rapporto alle tante influenze che esercita sulla fruizione dello spazio, sulla socialità e sugli impatti ambientali – ineludibili, irrinunciabili.